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mercoledì 29 settembre 2010

La rivoluzione comincia dai peli facciali


Ieri l'ho visto davvero con i miei occhi. Già qualcuno me l'aveva detto, ma non avevo uno specchio a disposizione quindi non avevo potuto verificare.
E' passato del tempo, e io non sono certo uno che si specchia spesso ed intensamente, quindi la cosa era stata dimenticata; poi ieri, con 70 euro di spesa sulle spalle, ho optato per l'ascensore tradendo in modo assai scortese le mie 4 rampe di scale. Mi trovo quindi nella cabina, un po' incastrato con la faccia contro lo specchio per via delle dimensioni dello zaino, e per forza di cose comincio a guardarmi.
Che poi lo sapete: lo specchio restituisce un'immagine sbagliata, chirale (per chi se ne intende di chimica) quindi può capitare che allo specchio siate dei top-model mentre nella vita reale no...o anche il contrario. Resta comunque il fatto che quando mi guardo allo specchio non vedo me ma un alro me, molto simile ma non sovraponibile, quindi di solito lo guardo negli occhi per capire un po' cosa pensa, se è una persona seria, affidabile.
Passa il tempo e l'ascensore non si muove: ovvio, non ho schiacciato il bottone. Comincia l'ascesa e visto che ormai mi ero stufato degli occhi dello specchio faccio scendere un po' lo sguardo su quel nasone e poi sui baffi biondi che incorniciano il labbro superiore; continuo a scendere, e mi accorgo del nuovo colore messo un po' così a caso lì sul mento.
Spiegatemi voi cosa ci vengono a fare una decina di peli rossi nella selva marrone della mia faccia. Probabilemnte volevano far compagnia ai baffi biondi, un po' isolati ed in minoranza. Forse un presagio, un buon auspicio per la nostra societa! Perchè no? Uno sparuto ma agguerrito manipolo di rossi che pian piano contagia le masse ubriache di ideologia nera nazionalista ed individualista. Sarabbe bello! Come mi vedreste con la barba rossa? Come vedreste il mondo con la barba rossa?
Buoni colpi di sole a tutti...

lunedì 27 settembre 2010

La Garibaldina


Non farsi male alla prima alleycat è una figata
Non spaccare nulla alla prima alleycat è una figata
Arrivare in fondo alla prima alleycat è una figata
Piazzarsi 13 alla prima alleycat...eh si, proprio un sabato figo.

Unico inviato della truppa genovese (che in verità è composta solo da 2 ciclisti) salgo sull'IC delle 11.19 per Milano. Buch è smontata e impacchettata in un vecchio lenzuolo (ma tu guarda cosa tocca fare per viaggiare con la bici in treno). Cambio a Milano e arrivo a Bergamo alle 14, dopo aver montato la bicicletta nello scompartimento del regionale.
Sgambatella fino a Mozzo per il ritrovo, iscrizione (prima spoke card!) e chiacchiere con i futuri avversari. Ormai, con le mie sgambatelle delle ultime settimane, comincio a conoscere un po' di gente quindi il tempo passa in fretta prima della spiega di caale che da il via alla gara. Mi accodo ad Angelo, maglia iridata, che con passo non troppo forsennato si dirige verso il primo check: sono 8 in tutto, più l'arrivo, e noi decidiamo di farli in senso anti orario. Errore?
Ai posteri l'ardua sentenza, ma in tanto si accodano a noi Naos e Sitton. La gamba c'è e anche il desiderio di aumentare il ritmo, ma penso che sia meglio fidarsi dei locals, quindi il gruppetto rimane unito.
Voliamo da un check all'altro soprattutto grazie alle scorciatoie attraverso cui veniamo guidati. Poi però, quando bisogna affrontare la salita per Città Alta, veniamo raggiunti da Mpagha, altro local, e dal suo gruppetto. Con un pizzico di rammarico, quindi, lasciamo Angelo indietro mentre Sitton se ne va in fuga ad una velocità assurda!
Momenti di sconforto, si scende a spingere, poi sui ciottoli seguendo chi sa la strada. Michele è un pazzo! Si lancia in discesa senza freni e tutti facciamo fatica a stargli dietro.
I raggi cantano, i quadricipiti urlano!
Quando finalmente si torna in piano ho ormai perso il conto dei check, penso che ci sia solo l'arrivo e quindi parto per la mia strada con Naos. Errore. All'arrivo abbiamo solo 7 fascette colorate, tocca tornare indietro 500 metri a recuperare quella nera. Sarebbe stato fin troppo bello arrivare nei primi 10, ma certo che così mi mangio un po' le mani!

Classifica finale

1.24h
1- Prove (BG)
2- Piace (VI)
3- Pigro (VI)
4- Alessandra (VI)
5- Diego Carrara (BG)
6- Ortu (BG/MI :-)
7- Mattia UAIS (BS)
8- Paga (BG)
9- Marcello Mariana (SO)
10- Sitton (MO)
11- Naos (MI)
12- Giordano Devecchi (BG)
13- Matteo Ichino (GE)
14- Gio dice basta (MI)
15- Angelo (BG)
16- Dennis (BG)
1.38h
17- Guido (MI)
18- Fausto Lorenzi (BG)
19- Seba (BS)
20- Sorga (BS)
21- Togni (BG)
22- Danka (MI)
23- Diodo (MI)
24- Valentino (BG)
25- Carotina (MI)
26- Cimetta (MI)
27- Gori (LU)
28- Stroppa (BG)
1.50h
29- Tommaso Trevisan (VE)
30- De Luca Andrea (BG)
31- De Luca Sergio (BG)
32- Fabio Valtorta (BG)
33- Nicola Ghidoni (BS)
34- Zino (TO)
35- Cisco (TO)
36- Erik (TO)
37- Gherli (TO)
38- Azzote (VE)
39- Giulia (VI?)
40- Mario Garina (MI)
41- Perego Riccardo (MB)
2.15 (fuori tempo limite)
42- Smoka (BG)
43- Rivolta Riccardo (MB)
44- Marco Cairo (MB)
45- Mattia Sala (MB)
46- Diego Farna (MB)

Ritirati/checkpoint non completi
Alessio (CO)
Mattia Guffanti (VA)
Matteo Moroni (VA)
Stepra (MI)
Nico (NO)
Andrea (NO)

Che dire? mi sono divertito molto a questa mia prima esperienza di Alleycat, solo che mi devo far portavoce di chi non ha ricevuto la maglietta ricordo. Cosa costava agli organizzatori stampare magliette per tutti? Non è bello farsi 2 ore a mille per poi arrivare e non ricevere neanche un ricordino! Giornata finita? Affatto! Per riprenderci dalle fatiche non c'è programma migliore che una bella festa degrado negli ambienti undergound di Milano.

Ottimo! Grazie a tutti! La prossima volta vedrò di portarmi dietro la crew genovese...

sabato 25 settembre 2010

La pioggia


Una volta mi hano detto che non sono fatto di zucchero, non mi scioglierò per 2 gocce, ed ho capito che quella tenda di acqua che separa il cervello dal mondo esterno serve a pulire i pensieri. Sotto l'acqua la percezione del bagnato è diversa: ci siamo evoluti dall'acqua, torneremo all'acqua.
Andiamo a prendere un po' di pioggia!

lunedì 20 settembre 2010

L'antica bici andava portata in salvo


C'è chi da ubriaco si butta sotto un treno, chi butta gli altri sotto un treno, chi dorme, chi vomita, chi balla...ma c'è anche chi, dopo 12 litri di birra e 1,5 litri di Amaro Montenegro bevuti in compagnia di 8 amici decide di pedalare 120 km in solitaria per arrivare a casa. Il problema è che all'inizio sembra una passeggiata mentre, in verità, non lo è affatto! Inoltre l'ubriaco è anche appesantito dai 40 km fatti in mattinata e da una grigliata che è durata dalle 14 alle 17, e questo non aiuta a pedalare in scioltezza.
Fattostà che, salutati i suoi compagni di abbuffate, il nostro eroe inforca il destriero e si mette a macinare chilometri sulla SP35. L'inizio è facile, tutto piatto, ma la strada non è piacevole per via del grande traffico, nonostante sia domenica pomeriggio. Forunatamente, man mano che scende la sera, le auto si fanno più rade e solo il buio accompagna le gambe che spingono un bel 50/17.

Da Ronco Scrivia la strada comincia a salire dolcemente, e solo dopo Busalla bisogna fare l'ultimo chilomentro sui pedali, per arrivare in fine al Passo dei Giovi.
Sono le 21, il baretto del passo sta chiudendo. Meglio coprirsi e affrontare la discesa per arrivare a casa al più presto. Mancano solo 23 chilometri, ma sono i più duri: con lo scatto fisso la discesa è una sofferenza, e una volta arrivato in piano ormai hai le gambe di burro. Diventa necessaria una sosta di mezz'ora con i vecchi al bar per mangiare un gelato e 4 bustine di zucchero, poi si entra a Genova e, di nuovo sui pedali, il nostro eroe porta la pellaccia e il vecchio ferro in salvo, sotto all'accogliente tetto di casa.

Sono le 22.45!

giovedì 16 settembre 2010

Sgambatella Post Esame


Firma sul libretto, buon giorno e buona sera, tolgo il disturbo. 200 metri in Corso Gastaldi, poi a sinistra, direttissima per il mare. Il marciapiede di Corso Italia è deserto e scatto verso i Giradinetti di punta Vagno: è da un po' che devo passare per controllare una cosetta.
"Hei, scendi dalle rampe!"
Tarchiato, occhiali, faccia rugosissima, mi guarda un po' incattivito. "Ah scusa, è solo per skate e pattini? Peccato. Nono, si figuri, ha ragione..."
E poi parte la chiacchiera. La prima domanda è classica: ma quello è fatto con la penna? Anche lui ha un'ancora, solo il contorno nero, con la cima attorcigliata intorno. L'ha fatta quando lavorava come sommozzatore su una nave per trivellazioni petrolifere nel borneo...anni '50. Ingredienti? Saliva del tatuatore, carta bruciata, paglia... Ha avuto il braccio gonfio per 2 settimane!
"Ma lì che facevi?" Si trivellava a 100, 150 metri e scendevamo con la campana. Prelevavamo campioni per i biologi, e trivellavamo. Amavo quel lavoro, ma dopo varie embolie e malattie da decompressione... Vabbè dai, ormai direi che sei un po' vecchio, ma ti stimo troppo (questo l'ho solo pensato).
Enzo sa un sacco di cose sui fondali, ha fatto il primo acquario da 1000 litri di Genova, che poi gli è stato comprato ed ancora oggi si può vedere all'Acquaio di Genova. Ha imparato tutto leggendo perchè ha solo la terza media, e ne è orgogliosissimo.
Ora non è più un marittimo: gestisce la stazione metereologica di Punta Vagno (http://scabmolassana.org/dati_in_tempo_reale.html) che fa progetti con le scuole, fornisce dati in tempo reale sul meteo di Genova, e tiene in ordine un parchetto giochi con skate park...vietato alle bici.
Come tutta la gente di mare racconta un sacco di storie, e chissà se si può credere a tutte. Però è un tipo forte! Mi ha portato nel magazzino e mi ha fatto vedere come funzionano gli strumenti, mi ha promesso che se vado li con un po' di tempo mi insegna ad intrecciare una cima per fare un'amaca, mi ha consigliato dove andare a fare immersioni.

Lavorandoselo un po' ci sta che mi lasci provare le rampe con la bici, e poi c'è un parchetto adattissimo a provare il bikepolo...
Insomma, Enzo, grande scoperta in una sgambatella post esame. Meglio di cosi?

domenica 12 settembre 2010

Meet me half way

Che non fosse affatto metà strada è un altra storia, ma questo è un piccolo resoconto del pomeriggio di ieri, guando io e Jacopo siamo andati incontro ai coraggiosi del profondo nord che rotolavano verso sud in bicicletta.
Grazie a fixedforum, finalmente, abbiamo saputo che c'era in programma questa sgambata fino a Genova, a cui sarebbe stato bello poter parteipare. Ma gli esami incombono, quindi abbiamo optato per un incontro sul Passo dei Giovi: un impegno solo pomeridiano (50 km andate e ritorno). Partiti da Pricipe alle 14.30 ci siamo lanciati nel casino della Val Polcevera, frullando le ruote verdi fra camion e altre lamiere, ma ben presto siamo usciti dalla zona più trafficata e ci siamo ritrovati a pedalare sulla dolce salita che porta a Pontedecimo.
Da Pontedecimo in poi comincia il tratto serio, e visto che Jacopo non aveva trovato un freno da montare abbiamo preferito non affrontare la salita, ed aspettare i prodi fissati prima del passo. Probabilmente abbiamo sbagliato a partire così presto da casa, ma non avevamo idea di quando sarebbero arrivati, e il rischio era di perderli mentre noi eravamo troppo eccitati all'idea della vista dei nostri simili per farci scappare questa occasione.
Stavamo già per rinunciare e tornare verso casa quando li abbiamo visti arrivare. Un po' alla spicciolata e visibilmante segnati dalla tappa, ma contenti di essere quasi alla fine della loro sfacchinata. Giro di presentazioni (ma mi ricordo solo un nome) e poi via, verso una buona focaccia. Frullando un po' per tener testa ai rapportoni dei nostri colleghi ci siamo ri immersi nel traffico di una Genova che si preparava alla notte bianca, fra scatti (abbastanza inutili) e pause per aspettare le vittime dei crampi.
Mai visto un casino del genere la domenica pomeriggio di un giorno di sole: di solito sono tutti al mare. Già alle 18 si capiva che la notte bianca sarebbe stata sensazionale!
Dopo il matitone il gruppo si è frammentato: Jacopo con 3 seguaci ha preso il lungo mare verso il porto antico, 2 solitari hanno preso il largo per una strada non meglio identificata mentre io, con il bergamsco, ho optato per una direttissima Principe Balbi gallerie Corvetto Brignole. Nonostante i rallentamenti in area pedonale stracolma...siamo arrivati primi all'appuntamento focaccia.
Considerazioni finali, saluti, foto.

Non male, ragazzi, avete fatto proprio bene a venirci a trovare. Toccherà ricambiare! Per il futuro mettiamoci meglio d'accordo sugli orari, scegliamo una via più bella per l'ingrsso in città (con le gambe più fresche si potrebbe fare un arrivo dall'alto per le stradine, invece che da Ovest zona industriale!)...e facciamo in modo di fare un tuffo!
A prestissimo

mercoledì 8 settembre 2010

Pesto Fisso


8.30 Rotolare fuori dalla cuccia, rigonfiare i tubolari, infilarsi nella cerata ed uscire sotto la pioggia genovese. Riprendere confidenza con la ruota "acerba", concentrarsi sugli autosauri di lamiera incolonnati in corso gastaldi, fermarsi ad aggiustare la posizione della sella.
Ci voleva proprio per preparare la mente allo studio serio. Un po' come ritrovare un vecchio amico e chiacchierare del più e del meno; scoprire che il tempo passato ha un buon sapore.
Devo decisamente cambiare pipa, e chissà, forse regalare a Butch un nuovo manubrio. Un po' di restyling per inaugurare la futura nascita del primo gruppo di stronzifissi a Genova. Oggi ho incontrato Jaca e abbiamo pedalato un po' insieme. Si possono davvero porre le basi per qualcosa di divertente e lui dice che non ci siamo solo noi!
Le gambe girano, ma mi devo riabituare alla posizione. Andare in bici è sempre divertente, SUVvia non mi manca affatto.
Tanta strada da fare, tante pedalate.

domenica 5 settembre 2010

Ritorni


Gli altoparlanti sussurrano Shine on you crazy diamond mentre ritorno a Casa, per l'ennesima volta in questa estate Enorme. Ritorno a casa dalla stazione dove sono stato ad accompagnare Sarah, anche lei diretta a Casa. Tutti tornano a Casa, e tutti alla fine ci ritroveremo per una birra o un gelato, a raccontarci la vita.
caught on the crossfire of childhood and stardom, blown on the steel breeze

Continua la Rivoluzione della Terra intorno al Sole, una rivoluzione di cui noi siamo ogni giorno ignare comparse, e io mi preparo a fare la mia parte. Programmi, tappe, scadenze, casino. Trampolino di lancio, sette giri in orbita poi verso l'infinito e oltre. Il mondo non basterebbe, ma è tutto ciò che abbiamo. Io ci sono, voi?
Avrei voglia di saltare pasti e mangiare aria, un po' di digiuno purificatore. Ho 2 libri ed un sacco di appunti da studiare, sono li sul pavimento insieme ai bagagli disfatti da rifare per partire, dopodomani. Ristabilire i piani.
Chi mi ha capito metta il dito sotto: sta per chiudere...