C'è chi da ubriaco si butta sotto un treno, chi butta gli altri sotto un treno, chi dorme, chi vomita, chi balla...ma c'è anche chi, dopo 12 litri di birra e 1,5 litri di Amaro Montenegro bevuti in compagnia di 8 amici decide di pedalare 120 km in solitaria per arrivare a casa. Il problema è che all'inizio sembra una passeggiata mentre, in verità, non lo è affatto! Inoltre l'ubriaco è anche appesantito dai 40 km fatti in mattinata e da una grigliata che è durata dalle 14 alle 17, e questo non aiuta a pedalare in scioltezza.
Fattostà che, salutati i suoi compagni di abbuffate, il nostro eroe inforca il destriero e si mette a macinare chilometri sulla SP35. L'inizio è facile, tutto piatto, ma la strada non è piacevole per via del grande traffico, nonostante sia domenica pomeriggio. Forunatamente, man mano che scende la sera, le auto si fanno più rade e solo il buio accompagna le gambe che spingono un bel 50/17.
Da Ronco Scrivia la strada comincia a salire dolcemente, e solo dopo Busalla bisogna fare l'ultimo chilomentro sui pedali, per arrivare in fine al Passo dei Giovi.
Sono le 21, il baretto del passo sta chiudendo. Meglio coprirsi e affrontare la discesa per arrivare a casa al più presto. Mancano solo 23 chilometri, ma sono i più duri: con lo scatto fisso la discesa è una sofferenza, e una volta arrivato in piano ormai hai le gambe di burro. Diventa necessaria una sosta di mezz'ora con i vecchi al bar per mangiare un gelato e 4 bustine di zucchero, poi si entra a Genova e, di nuovo sui pedali, il nostro eroe porta la pellaccia e il vecchio ferro in salvo, sotto all'accogliente tetto di casa.
Sono le 22.45!
Scusami..ma pedalare 120 chilometri da ubriaco è una cosa ma da ubriaco fisso?!?! azz..niente casco immagino..
RispondiEliminaNono, il casco lo porto sempre. E poi intendiamoci, ubriaco per modo di dire!
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