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lunedì 21 giugno 2010
...was in the spring, and spring became the summer...
Solstizio d'estate, il sole più alto nell'emisfero nord. Io oggi all'1 cel'avevo più o meno 4° a sud della cucuzza, ovvero alto come non l'ho mai visto! Senza più nessuna ombra intorno, proprio come nella canzone di Jova!
E, come in tutte le cose della natura, da domani inizia la parte discendente del ciclo. Passeremo altri 365 giorni circondati dalle ombre, tanti sacrifici per quei pochi istanti in cui tutto è illuminato. Ma ne vale la pena
CicloCamping
Finalmente mi son deciso a caricare sul mio profilo di fb le foto della vacanza di pasqua e mi è venuto in mente che è stata quella esperienza a far scoccare la scintilla di questo blog. Solo che non ne ho mai parlato.
Un viaggio in bicicletta. Può sembrare un'idea stramba ma non lo è affatto; pensate che i miei genitori hanno persino fatto il viaggio di nozze in bici! Eh si, una fatica del genere può essere la vacanza più rilassante del mondo se la si sa prendere con il piede giusto.
Innanzitutto serve l'attrezzatura giusta, come le rigide ed umide notti di inizio aprile hanno insegnato alla mia infreddolita compagna di viaggio. Dopodichè serve il periodo giusto, o almeno un bilanciamento adeguato fra percorso e tempo disponibile. La terza cosa, fondamentale, è la capacità di adattamento: specialmente se il plotone è numeroso bisogna sapersi adeguare alle varie esigenze. Questo però rischia di minare le basi della spedizione, quindi bisogna che un viaggio con tante persone sia pianificato più in dettaglio prima della partenza.
Serve un po' di fortuna perchè pedalare sotto la pioggia è divertente, ma poi bisogna infilarsi in tenda... Serve un altro po' di fortuna, perchè il sole è bello, ma il troppo stroppia. Serve che cambi la legge sul campeggio libero!! L'Italia ed il mondo sono pieni di posti adatti a piantare la tenda, con praticello, ruscello e tutto il necessario, ma non sempre i padroni dei campi sono disponibili come in toscana.
In effetti serve un bel po' di roba, anzi, un bel po' di condizioni. Perchè in fondo in fondo di roba concreta ne serve poca. Anzi, meno è meglio è!
Il viaggio può essere un giro, una conquista (vedi NordKapp 2008), un trasloco (genova-firenze, prima o poi), una visita (firenze-forte dei marmi), una traversata (firenze-ancona), una circumnavigazione (coste italiane, prima o poi)...i percorsi sono infiniti. L'allenamento necessario è minimo. Il divertimento è massimo. La soddisfazione assicurata.
E' ora che facciate i bagagli.
domenica 13 giugno 2010
Il codice della strada - capitolo 3: saranno anche guerrafondai...
...ma sono civili. Si parlo degli americani. Questi strani indivdui che sanno poco o nulla del mondo che li circonda, ma se ne sentono padroni indiscussi, anche in strada hanno il ghigno da cowboy. Li vedi con questi pick-up enormi, super sospensioni, cromature luccicanti, protetti dal mondo esterno come se fossero in un carro armato.
Li vedi e pensi ecco, pessima idea andare in bicicletta da queste parti! E invece no. Vi giuro che ancora non ci credo, ma, no matter the size of their car, si fermano a tutti tutti tutti gli stop. Anche se hanno una visibilità completa sulla strada che incrociano, anche se non c'è anima viva, le loro 4 ruote (o 6, dipende da quanto sono tamarri...) si fermano prima di quel cartello ottagonale rosso.
I am positively impressed. i nostri guidatori italiani, ubriacati dal mito Ferrari, dovrebbero un po' imparare da questi marines in borghese.
Questo rispetto per la segnaletica mi ha talmente spiazzato che ho rimesso in dubbio alcune mie convinzioni sui diritti dei "diversamente ambulanti". Non intendo quei piccoli diritti (o meglio libertà) che dobbiamo assolutamente prenderci per educare gli autosauri, ma di quei diritti di cui noi ciclisti, spesso e volentieri, priviamo i nostri fratelli pedoni.
Si meritano il nostro rispetto se vogliamo il loro supporto. Non possiamo privarci di un così potente ed appiedato alleato!
Pedociclisti di tutti i paesi, unitevi!
venerdì 11 giugno 2010
SUV-via
SUV-via è la mia "nuova" bicicletta americana. Probabilmente per età può competere con Buch Cassidy, ma non ha chances in quanto a performance. Pur essendo più piccola pesa abbastanza di più, ha 10 velocità, ma il gruppo centrale è fuori asse quindi le corone traballano di quà e di la ad ogni pedalata. Eppure va, e si fa la sua buona oretta giornaliera (metà alle 8.15, metà alle 17,30) senza fiatare troppo...al di la dei cigolii che ormai caratterizzano tutte le mie biciclette ed a cui sono :-( abbastanza rassegnato.
Dove ho trovato un simile rottame? Dopo aver cercato in lungo ed in largo per tutta Sarasota nella giornata di Sabato 5 giugno (rischiando, fra le atre cose, l'insolazione) avevo trovato solo un bellissimo negozio di biciclette serie che vendeva bici, per l'appunto, fichissime a prezzi super decenti...ma non affatto abbordabili: minimo 230 per una city bike, mountain bike 400, fixie 500.
Per fortuna ho scoperto (grazie alla mia buona padrona di casa, again) che dietro l'angolo si trova il Good Will store, grande magazzino di roba usata dove si può trovare virtualmente di tutto. Mio nonno Murfar ci avrebbe piantato la tenda, probabilmente!
Fattostà che nell'angolo in fondo a destra, reparto sport, di fianco a una 50ina di mazze da golf arrugginite, stava la mia bici pigmea. Le ruote erano sgonfie ed il manubrio da corsa era rigirato all'insù, come spesso si vede in biciclette da strada che vengono "stuprate" da ciclisti cittadini che vogliono viaggiare comodi. Per questo non mi aveva fatto una buona impressione...ma il prezzo...vogliamo parlare del prezzo? Quante volte nella vostra vita avete avuto occasione di comprare una bicicletta per 16$ ed un casco per 4$? Amazing.
Così l'ho presa in spalla e portata alla cassa: si sentiva la sua allegria da come mi cigolava nell'orecchio. Una volta a casa le ho gonfiato le ruote e sono andato a fare un giro. Dopotutto, a parte il fatto che quando pedalo mi sembra di essere seduto sul cesso (e di conseguenza non riesco a spingere efficacemente sui pedali...) non è malaccissimo.
Anzi si, è malaccio, ma che ci posso fare? Quanto mi manca Buch, la sua ruota verde acerbo, il suo telaio enorme...speriamo che SUV-via non mi abbia sentito! Ah già: vi starete chiedendo del nome. Beh, c'è voluto un po' di tempo, ma quando ho visto che quà anche i SUV si fermano per far passare le bici ho voluto darle un nome che ricordasse questo fatto. Lo ho però associato ad una tipica esortazione fiorentina. Diciamo un incoraggiamento che le do quando la sento che fa fatica: suvvia!