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mercoledì 28 aprile 2010

Ciclaggio


Dopo lo sprint iniziale, purtroppo le cose decadono. Le cose in generale, come un blog, come questo blog su cui già da troppi giorni non scrivo nulla. Ma anche altre cose come un nuovo giocattolo, o una bicicletta: dopo le prime due settimane, in cui fai più o meno 200.000 chilometri al giorno, ti stufi. La bici, che prima stava in ingresso di fianco ai cappotti viene spostata in cantina dietro alle bottiglie di vino, e pian piano si impolvera.
Se sei a questo punto della relazione con la tua bicicletta hai una sola soluzione: un bel viaggio. Ma non il classico viaggio che precede il divorzio, tipo lui al mare lei in montagna. No! Un ciclaggio, il viaggio della riscoperta. E' il viaggio in cui tu stai sopra e lei sta sotto (scusate l'immagine), i bagagli stanno dietro e la strada sta davanti.

Per alcuni è un viaggio mistico: non importa dove vai, nè quando, ma intanto stai andando. La strada davanti e quella dietro sono esattamente uguali, l'unica cosa che cambia sei tu, e il paesaggio che cambia, ma solo perchè tu sei li a guardarlo perchè altrimenti nessuno lo saprebbe...
Per altri è tecnico-pratico: inizia, si svolge, finisce. Partenze, arrivi, chilometri, dislivelli, valichi, tappe di trasferimento, sosta acqua, sosta gonfiaggio gomme, cerco un praticello pianto la tenda...E quì metto una nota (aiutatemi a ricordarla) per una dissertazione futura: il campeggio libero.
Indipendentemente dalla tua modalità di interpretazione il viaggio in bicicletta è un'esperienza da cui non tornererai indietro perchè, per quanto tu viva freneticamente, qualcosa di te rimarrà ancorato a quelle lente pedalate infinite. Così assurde che la sera penserai di aver fatto 3000 chilometri e invece ne avrai fatti un centinaio massimo!

Con un viaggio in bicicletta potrai andare virtualmente ovunque: la bici si carica facilmente su treni, aerei e macchine e pulman. Con un viaggio in bici ti libererai del supefluo quando non riuscirai a riempire le borse/zaini con tutto quello che di solito ti porti in crociera. Con un viaggio in bici ti farà male il culo.
Con un viaggio in bici attiverai un ciclaggio, ovvero un viaggio ciclico fra il dentro ed il fuori di te per cui comincerai ad identificarti sia con il caschetto che con l'asfalto, sia con il dolore alla milza che con i tornanti. Non preoccuparti: succede anche ai più razionali ingegneri e matematici. Il nostro equilibrio mentale si perde quando siamo troppo concentrati a non perdere quello fisico.

E così, fra una sbandata a destra ed una a sinistra, vai dritto che neanche te ne accorgi.

giovedì 22 aprile 2010

Ingombri e sprechi


Avete mai provato, la mattina mentre camminate o guidate, a contare quanti posti liberi ci sono in ogni macchina che vi supera o che voi superate? Io lo faccio tutti i giorni...però perdo il conto dopo 4 minuti di pedalata.
Come sondaggione per il prossimo mese potremmo fare una prova e vedere cosa salta fuori! Secondo me la media è di 3 posti vuoti su 5.
Se considerate che una city car occupa più o meno 6 metri quadrati di strada, in un incolonnamento di 30 metri ci sono 10 macchine = 20 persone secondo la mia stima. Sapete quanti pedoni ci stanno in 60 metri quadrati? E quante biciclette? Questa cosa dell'auto è proprio uno spreco di spazio!
E poi ci meravigliamo di non trovare parcheggio! Pensateci un attimo: è come se una lumaca decidesse di andare in giro con un guscio più grande (più pesante e quindi più inefficiente energeticamente...ma con l'aria condizionata), ma pretendesse anche di toglierselo prima di andare ad infilarsi sotto alla foglia di lattuga, dove ha un appuntamento con altre amiche lumache. Ovviamente se ci sono già le sue amiche lei rimane fregata: non c'è parcheggio!

Un'altro comportamento irrazionale che ho notato, questa volta nelle amministrazzioni comunali, è la risposta all'emergenza traffico.
Arriva il giorno nella vita di un ridente paesello in cui la strada, su cui un tempo le auto scorrevano in modo abbastanza regolare, viene bloccata dal traffico. Il 99,9% degli assessori alla viabilità, a questo punto, fa chiudere il traffico, aggiunge una corsia ad ogni senso di marcia...e rimanda il problema di qualche anno, probabilmente ad un'altra amministrazione.
Infatti se la strada si è intasata quando aveva 2 corsie si ri-intaserà sicuramente anche con 3. E' matematico perchè, checchè se ne dica, la popolazione italiana cresce...e crescono le dimensioni medie degli autosauri.

La vera risposta al problema dell'intasamento è chiudere una corsia e trasformarla
a) in una corsia per autobus
b) in una pista ciclabile
c) in un marciapiede
quando l'autista medio da un giorno all'altro (perchè è un lavoro che si fa nel giro di una notte) non ci metterà più 10 minuti a fare quel tratto di strada, ma 20 (perchè la carreggiata è dimezzata), si incazzerà, arriverà tardi al lavoro, suonerà il clacson più e più volte...ma nel giro di una settimana noterà che sulla corsia di fianco a lui c'è gente/bici/bus che viaggiano tranquillamente.
Allora lascerà la macchina a casa.

Che ne dite? Abbastanza razionale, no?

Allora mi raccomando: contate i posti liberi!

martedì 20 aprile 2010

Il codice della strada - capitolo 1: la lanterna semaforica

Come da regolamento di blogger.com non posso incitarvi alla sovversione ed a compiere atti illegali, e sinceramente non ne ho neanche voglia. Ma in questo, come nei prossimi appunti sul codice della strada, sarò portato dai miei ragionamenti cicloidi a muovere, se non altro, serie critiche ai regolamenti.

La lantena semaforica è quel palo che generalmente si trova agli incroci, ma anche prima di un passaggio a livello o di un passaggio pedonale. Sempre parlando in generale è di 3 colori, ma non contemporaneamente.

Verde -> Giallo -> Rosso -> Verde...

Il verde indica agli utenti della strada che possono passare. Il giallo che non bisogna ingombrare l'incrocio, o che se lo si sta già ingombrando va sgomberato in fretta. Il rosso ti fa stare fermo; che può anche andare bene perchè riposando le gambe e le chiappe guardi un colore simpatico. Passare con il rosso prevede, per chi sopravvive alla pazzia, una multa e il decurtamento di punti dalla patente (5, se non sbaglio). Quindi non fatelo...! Innanzitutto mettete a repentaglio l'incolumità altrui (pedoni, altri ciclisti, autosauristi e motociclisti), dopodichè, ma è meno importante, la vostra.

Passare con il rosso è un atto di prepotenza stradale.

Io l'ho fatto, molto spesso. Soprattutto ai semafori pedonali mi capita di attraversare quando le strisce sono sgombre: sulla strada che percorro più spesso durante le mie giornate c'è appunto uno di questi semafori che servono per fermare il flusso di autobus per far passare i pedoni, e non sfruttare quel breve momento di tregua per avvantaggiarsi sui bestioni arancioni sarebbe un vero peccato.
Non dico che sia un'infrazione necessaria perchè sarebbe uno sproposito. Non esistono infrazioni necessarie: quando i popoli della terra si saranno convertiti alla bici, e saremo per strada a miliardi, sarà necessaria una disciplina stradale ferrea. Ma a quel punto lo spazio sarà ben utilizzato. Ora invece, purtroppo, capita troppo spesso di doversi conquistare lo spazio vitale stradale a suon di sportellate con gli autosauri; e quindi un atto illegale di sovversione, se compiuto in un'ottica CiclicoRivoluzionaria, pur non ammissibile, è fortemente auspicabile.

Però non mettiamo sotto nessuno, specialmente i pedoni che sono i nostri migliori ed unici alleati. E non facciamoci mettere sotto che poi comincia a girare la voce che i ciclisti sono spericolati e vanno tirati fuori dalle strade.

lunedì 19 aprile 2010

Butch Cassidy è ferito


Butch Cassidy è più vecchio di me. E' una delle due biciclette che i miei genitori avevano comprato, ancora prima di sposarsi, quando studiavano e lavoravano a Boston. Ora che ci penso non so se a quel tempo furono comprate nuove o usate, ma comunque hanno più di 22 anni. O meglio: Butch è ancora vivo, mentre di Sundance Kid non si sa più nulla; è stato rubato a Milano un sacco di anni fa.
Speriamo che il ladro l'abbia trattato bene!

Quando siamo tornati a Milano dagli Stati Uniti le due biciclette ci hanno seguiti. Butch ha un telaio molto alto e lungho, cerchi '27, manubrio stretto, una doppia davanti e un 14-29 dietro. Il colore originale è ormai indistinguibile fra le scrostature e la ruggine, ma sotto la canna e in altri punti più protetti dalle intemperie si possono ancora distingure macchie rosse e gialline.
Il colore non è l'unica cosa che è cambiata negli anni. Innanzitutto i cerchi, una volta stortati in un incidente, sono stati cambiati a dei '28 perchè i '27 in Italia non si trovano. La forca davanti, sempre in seguito ad un incidente, è stata cambiata; ma ora è storta, tutta piegata verso destra da un automobilista incivile che parcheggiado su un marciapiede le ha dato qualche botta. Per questo motivo la bici tende tutta a sinistra e non si possono staccare entrambe le mani dal manubrio.
Il pedale sinistro è ancora originale, mentre ho dovuto cambiare il destro (aveva il filo completamente spanato) e tutte e due le leve quando si è spaccata una corona. Infatti ora ne ha solo una, nuova. Il salvataggio più miracoloso che sono riuscito a fare quando ho deciso di riportare Butch in vita è stato la catena che, dopo anni di abbandono, era diventata rigidissima ma che, con una settimana di bagno in petrolio bianco e una bella spruzzata di olio, è tornata come nuova.
Ho dovuto cambiare la sella, mangiata dai topi e, ovviamente, la fascetta del manubrio. I parafanghi sono sati cambiati praticamente dopo ogni incidente, visto che sono la prima cosa che si sfascia.

Ora devo cambiare i pattini dei freni, ma il ciclaio mi ha venduto il tipo sbagliato, quindi Butch è qua di fianco a me, in sala, che soffre in silenzio. Aspetta che io, domani, vada a vendicarla!
Ormai è un vecchio signore, ha cuore da vendere ma il fisico subisce piccoli cedimenti sempre più ravvicinati. Fa fatica su e giù per i colli Genovesi ma non si tira mai indietro. E' un muletto che tira su 100 chili senza problemi da quando, oltre al suo cavaliere ufficiale, ha cominciato a trasportare anche una gentil' donzella sul manubrio.
E forse proprio questo aumento improvviso di carico gli sta facendo bruciare le tappe un po' più in fretta del previsto: i denti della corona si smussano ad ogni pedalata e la catena salta sempre più spesso. Le buche delle strade genovesi richiedono gonfiaggi sempre più frequenti delle gomme e ogni giorno si aggiunge un nuovo Cigolio.

Ma Butch non si tira indietro. E' un bandito gentiluomo, ha pedalato in due continenti diversi ed ha attraversato l'oceano su una nave cargo. Ha passato anni abbandonato in un garage, poi sotto ad una tettoia, ma è risorto e non ha nessuna intenzione di andare in pensione. Forse però ha bisogno di un restyling completo, una botta di vita...siamo pronti per il passaggio allo scatto fisso?

domenica 18 aprile 2010

Ora di punta

Il canto di guerra ufficiale per affrontare questo mondo di Autosauri. Testo e musica dei biFolki, diffondete diffondete



Otto del mattino, ora di punta,
strade intasate, meta non raggiunta.
Mezzora in coda fermo con la macchina accesa,
fra i fumi dello scarico una cosa inattesa:
4 biciclette indifferenti al casino
attraverso il traffico mattutino.
Le facce sorridenti, le gambe in movimento
chi gira in bicicletta è sempre contento!

E' giunto il momento di andare a pranzare.
Esco dall'ufficio e comincio a guidare
ma il traffico è fermo, l'isterismo avanza
e i colpi di clacson intonano una danza.
Ma proprio mentre ero sul punto di sclerare
mi volto e vedo i ciclisti passare.
Le facce sorridenti, le gambe in movimento
chi gira in bicicletta è sempre contento!

RIT: Bicicletta, nuova, usata, riciclata, pedalata,
sta per invadere questa città.
Bicicletta, colorata, arrugginita, un po' sgualcita
un semaforo rosso non la fermerà.

Scende la sera, piove a dirotto
ma io sono asciutto: davanti a me il cruscotto.
Il traffico è immane, peggio di prima.
Continuo a scaricare nel cielo benzina
Ma proprio mentre sgaso froce in un sorpasso
guardo oltre la pioggia e rimango di sasso:
bagnati fino all'osso con le mantelle al vento
chi gira in bicicletta è sempre contento.

RIT

Un gesto di pazia: compro una bicicletta
e comincio a sgambettare per strada senza fretta.
Il traffico bloccato non è più un problema,
è tutta un'altra storia, un altro sistema.
Col sole e con la pioggia, col vento o la bufera,
dalle 8 di mattina alle 8 di sera,
la faccia sorridente il cervello in movimento
se giro in bicicletta son sempre contento

RIT

sabato 17 aprile 2010

CicloRetto

Retto
come un angolo ma anche come una linea, come il tratto di digerente che sta sopra al sellino, come il participio passato del verbo "reggere sulle proprie spalle il destino del mondo"

Ciclo
come quello della vita, come quello di krebs, come quello della natura, come i miei occhi, come la O di Ostruzionismo, come l'O2 che entra nei miei polmoni, come il movimento dei miei pedali

l'Ossigeno attraverso il naso entra in circolo con il sangue. Il suo movimento ciclico si trasmette alle mie gambe che pedalano in cerchio. E necessariamente il percorso è rettilineo. Ma i pensieri viaggiano con il paesaggio, ancorati alla ciclicità; e una volta arrivato sei sul punto di una nuova partenza.

La bici è un mezzo di trasporto ciclicamente retto, questo blog sarà attinente a questa filosofia. Vi invito dunque ad occupare le strade con i vostri pedali.