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lunedì 28 marzo 2011
Sbagliando si impara...spero
Fra 6 giorni c'è la Milano Torino, una pazzia a scatto fisso. Non volendo arrivare impreparato oggi pomeriggio sono andato a fare un test distruttivo e l'esito è stato abbastanza deleterio.
Ho imparato che NON si possono fare 100 km, 1370 m di dislivello, ad una media di 26,6 km orari con una sola pausa, con una borraccia da 33 cl, senza lo straccio di uno spuntino, solo con la giacca a vento a marzo fra le 17 e le 21.
Uscito da lezione alle 3 sono tornato a casa ed ho pensato: certo che andare a Torino senza aver mai provato neanche una lunga distanza (max nelle ultime settimane 50 km con Jaca) sarebbe un po' da sprovveduti! Ho quindi preparato la bici (giacca a vento e attrezzi sul portapacchi) e sono partito alla volta di Sestri Levante.
L'andata è filata liscia come l'olio! In 2 ore ero là a fare stratching sul lungomare e a godermi i colori del sole sulle nuvole. Mi sentivo una roccia, tutto solo per quasi 60 km. Le gambe un po' durette ma la sensazione di essere in buona forma. Certo che la salita delle Grazie non mel'aspettavo così...una bella botta! Alla fin fine la parte in piano sono solo i km tra Chiavari e Sestri. Tutto il resto è un mangia e bevi. Però cel'avevo fatta ed ero pronto a tornare indietro.
Tutto è filato liscio fino in cima alla Ruta (il passo per superare il promontorio di Portofino). Ho anche raggiunto un ciclista in salita ed abbiamo un po' chiacchierato del più e del meno. Dopo la discesa, però, ero finito! Le gambe non spingevano più, avevo il fiatone, i colori del tramonto non mi sembravano più un invito all'esultanza, ma solo un presagio della notte in arrivo. Scedeva il buio e cominciava a fare freddo, ma ero ancora a 20 km da casa. La media è calata vertiginosamente, ho cominciato a sentire dei dolorini alla schiena e al collo, e uno strano formicolio alle mani.
Una sensazione stranissima, quasi come aver bevuto troppo.
Arrivato a Nervi mi sono fermato in un bar a farmi riempire la borraccia ed ho bevuto un po' di sorsi. Era freddissima, quindi ho lasciato perdere. Mi sono messo a fare un altro po' di statching poi ho continuato, lemme lemme, la mia odissea. Con grande disonore, però, all'altzza di Quarto, ho deciso che era l'ora di chiudere il test: ho preso il tereno e sono tornato a casa con la coda fra le gambe.
Il pomeriggio, ora che lo vedo seduto sul divano, con la pancia piena e al caldo, non è stato così negativo. Se ce la faccio da solo, in gruppo domenica sarà più facile. Non so quanto di più riuscirò a spingere, con che gruppo riuscirò a fare la gara; ma penso di poter arrivare in fondo vivo, che per ora è quello che conta.
Mi ha molto impressionato la velocità a cui ho avuto il crollo. In dieci minuti sono passato da una piacevole stanchezza ad una terribile sensazione di non potercela fare da solo. Di sicuro domenica prossima non mi dimenticherò di mangare prima e, soprattutto, durante la gara. Sbagliando si impara...
PER TUTTI I CICLISTI, TREKKINGISTI, SCIALPINISTI E ALPINISTI SENZA SCI, MARATONETI, MARCIATORI O SEMPLICI CAMMINATORI: MAI PIU' SENZA...senza cosa?
RispondiEliminaLA BARRETTA SIMONETTA
CHI LA MANGIA VA PIU' IN FRETTA (E ARRIVA ALLA META)
ecco come si fa:
Tostare in una padella
80 g di fiocchi di avena/orzo/farro ecc ecc +
120 g semi di girasole, noci, nocciole, mandorle ecc tritati grossolanamente.
Aggiungere 100 g cioccolato fondente, mescolando continuamente (fiamma bassissima!! meglio ancora bagno maria)
Mescolare finchè tutto è ben amalgamato
Stendere in una teglia su carta forno
Volendo, copire con un foglio di carta forno e schiacciare bene con il mattarello
Lasciar raffreddare (in frigo o freezer se hai fretta)
Se non avete tempo di preparare le mitiche barrette, va benissimo la frutta secca mista (sia noci/semi, che uvette albicocche fichi secchi) + cioccolata + tanta acqua acqua acqua