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martedì 25 maggio 2010

Mai smettere di cigolare


Il cigolio arriva inaspettato. Magari dopo un acquazzone, o dopo un lungo periodo di abbandono. Inizia debole ma cresce in fretta se non ne scovi la causa e se non la curi. Guai a lasciar perdere: se ti abitui a quella voce ritmata che chiede aiuto ad un certo punto smetti di farci caso...fino al giorno in cui crolla tutto.
Bisogna intervenire, lubrificare, registrare viti ed allineare pignoni. Tutto deve girare fluido come le ali di colibrì: un leggero fruscio, un riflesso colorato sotto al sole di maggio. Questi sono gli unici segni di vita che vanno percepiti. Il silenzio è bene, il silenzio va ascoltato, la bici parla con ogni raggio, con ogni rondella, e ti dice che va tutto bene.

Gli uomini hanno smesso di cigolare: non sono stati ascoltati ed hanno cigolato più forte, ma nessuno li ha oliati, registrati, allineati, e allora hanno perso le speranze. Ma invece che rompersi, come avrebbero dovuto fare, si sono zittiti piegandosi al logorio continuo, al lento sfregamento che pian piano consuma le meccaniche e i sogni.
Si sono spenti ed ora giacciono in un silenzio vuoto.

Cigolare è dare il proprio parere
Cigolare è aggrapparsi alla vita per non scivolare
Cigolare è chiedere aiuto
Cigolare è una funzione vitale
Cigolare stanca se nessuno ti ascolta
Cigolavamo tutti insieme, una volta!
Chi non cigola si perde e si lascia trasportare
Chi non cigola ha paura di sbagliare
Facciamo una gara a chi cigola più forte
Io cigolo, tu cigoli, e si apron mille porte

mercoledì 19 maggio 2010

Buch, Berry, baci & bici


Stamattina come sempre ho pedalato sotto al sole
e che splendore
la scoperta di una nuova bicicletta
legata al palo che di solito mi spetta!

Ho pedalato per 20 minuti e sono arrivato
tutto sudato,
ma quel rosso acceso e splendente
tutto d'un tratto m'ha rinfrescato:

il rosso di lamponi e fragoline di montagna
che si bagna
con la rugiada del primo mattino,
o anche il rosso del vino

che macchia la mia maglietta bianca,
o una faccia stanca
arrossata dal caldo e dal sudore,
il rosso di un sorriso, il rosso dell'amore.

Il rosso del semaforo che mi fa aspettare
e io voglio andare
e ogni tanto, in effetti, passo comunque
e prima o poi mi toglieranno i punti...cinque!

Un rosso stordente così di primo acchito,
e mi lascia stupito
ma anche molto contento: mi par di non esser solo
la mia bici ed io, ora, abbiamo amici per spiccare il volo.

E lego il mio destriero lì davanti
non son distanti
queste biciclette che ora fanno amicizia
e Buch, per farsi bello, si toglie un po' di sporcizia:

è un duro della strada lui, ne ha di cicatrici
e ammiratrici;
ma a volte ci vuole il vestito elegante
e, perchè no, una frase galante

perchè anche se siamo dei duri ci sappiamo regolare
sappiam giocare!
E allora lui si appoggia al palo con aria di sfida:
della sua ruota verde fluo fin troppo si fida.

E lo lascio lì per andare a lezione
che emozione!
Chissà se fra due ore saranno diventati amici?
Buch e Berry, baci e bici...

lunedì 17 maggio 2010

E' questo ciclismo?


La strada più pericolosa del mondo liberamente tratto da
http://www.ilpost.it/2010/05/17/la-strada-piu-pericolosa-del-mondo/

Nei suoi punti più alti, le nuvole avvolgono il ciglio della strada e nascondono il baratro. A sinistra ci sono strapiombi che arrivano fino a 600 metri, a destra una parete verticale di roccia. È la strada più pericolosa del mondo, 64 km sulle Ande tra La Paz e Coroico, in Bolivia. [...]La strada fu costruita negli anni trenta dai paraguaiani fatti prigionieri durante la Guerra del Chaco per creare un collegamento tra la capitale e l’Amazzonia boliviana. Uscendo da La Paz la strada si inerpica fino a circa 4.700 metri di quota per poi scendere ai 1.525 metri del livello di Coroico, passando dal freddo dell’altipiano al caldo-umido della foresta..


Uno legge un articolo del genere e pensa di aver trovato la meta per un bellissimo viaggio ma poi capisce come funziona il giochino. I soliti occidentali viaggiatori, annoiati dalla vita cittadina, cercano la scarica di adrenalina. E non c'è dubbio che la trovino, di sicuro è un paesaggio mozzafiato...ma sono mai stati a fare un giro in MTB sugli Appennini o le Alpi?
Invece hanno trovato, per l'ennesima volta, il modo di commercializzare le passioni e gli istinti umani: non guardare come è bello il posto dove vivi, dall'altro lato dell'oceano c'è un posto così bello che puoi anche morire!

[si stima] che ogni anno vi muoiano tra le 200 e le 300 persone tra uscite di strada e cedimenti del terreno.[...] La velocità aumenta progressivamente ma quasi impercettibilmente lungo il percorso e una frenata troppo brusca o un sasso visto troppo tardi possono sbalzare il ciclista nel vuoto in un attimo.[...] È stato un neozelandese a dare inizio all’attrazione, dopo aver scoperto il percorso durante una vacanza in Bolivia con un suo amico: Alistair Stewart cominciò a organizzare tour guidati con la sua azienda [...] da allora non ha più smesso [...] Oggi sono almeno una ventina le aziende che si sono buttate nel business della strada più pericolosa del mondo.


E questa è la dimostrazione che è una cosa da bauscia che non sono mai scesi da un sentiero di montagna...

[vengono usate] sempre due guide, una all’inizio e una alla fine del gruppo. Un minibus con qualche bicicletta di scorta e l’equipaggiamento di salvataggio segue in coda. Durante la stagione delle piogge, da dicembre a marzo, possono partecipare alle escursioni solo i ciclisti con più esperienza.[...]“tutti vogliono storie di cui potersi vantare con gli amici al lavoro, al pub o su Facebook e da questo punto di vista con quella strada vai sul sicuro: avrai sempre qualcosa da raccontare”. [...]"se vai in Bolivia lo devi fare, è una questione di sfida personale”.


Il mio consiglio ai 25mila individui che nei prossimi 365 giorni andranno a spendere i loro soldi su questa strada è: bravissimi, di sicuro è un bel modo per entrare in contatto con i paesaggi delle Ande. Ma non fatelo per l'adrenalina, non fatelo per le storielle al pub. Siete stati ingannati, il mito esotico vi ha catturati ancora, una pobblicità molto azzeccata vi ha fatto dimenticare che l'adrenalina sta dietro l'angolo. Basta fare mezz'ora di treno dal centro di qualsiasi città italiana per arrivare in posti fantastici dove la vostra voglia di pericolo verrà accontentata!
E ancora meglio, basta prendere la bicicletta ogni mattina nel traffico...

Questo non è un ciclaggio...
buon viaggio

sabato 8 maggio 2010

Il codice della strada - capitolo 2: la pista ciclabile


Quando non ci sono ci lamentiamo, quando le fanno non le usiamo. Le piste ciclabili sono un tema abbastanza controverso: i puristi non vogliono farsi rinchiudere come gli indiani in riserva mentre le mamme, i papà etc vogliono poter portare i loro pargoli a pedalare in a safe place.
C'è da dire che quando ci sono, sono male collegate e affiancate ai marciapiedi, quindi i nostri amici pedoni, per osmosi, le occupano. E come dar loro torto? Non dobbiamo togliere marciapiedi a loro ma corsie agli autosauri!

A Genova c'è la pista ciclabile più assuda d'Italia: 50 metri in un punto del tutto inutile...e poi il sindaco e tutta la giunta domani saranno in sopraelevata a sgambettare per la giornata nazionale della bicicletta. Ma si può?
http://giornatadellabicicletta.minambiente.it/?costante_pagina=eventi_liguria&id_lingua=2

Se solo si potesse girare sulle corsie dei bus sarebbe già un enorme pedalata in avanti. Non dico quelle con il cordolo, perchè lì l'autobus non ti può superare (ammesso che sia abbastanza veloce), ma almeno le altre, che sono sempre così vuote e diritte...! Ci saranno sempre gli incursori che zirellano nel traffico sfidando il nemico, ma bisogna dare al resto del popolo pedalante una patria ed una rotta.

Quindi un appello: cari sindaci ed assessori alla viabilità: togliete una corsia alle macchine, dipingetela di rosso, e datela a noi. Ne abbiamo davvero bisogno!

venerdì 7 maggio 2010

Full Metal Bicycle - (grazie a http://urbanbikemessenger.blogspot.com/ )

Questa è la mia bici. Ce ne sono tante come lei, ma questa è la mia.
La mia bici è la mia migliore amica. È la mia vita. Devo dominarla come domino la mia vita.
La mia bici, senza di me, è inutile. Senza la mia bici, io sono inutile. Devo guidare bene con la mia bici. Devo guidare meglio del mio nemico che tenta di tirarmi sotto con una macchina. Devo superarlo prima che lui superi me. Lo farò...
La mia bici ed io sappiamo che quel che conta in questa guerra non sono le ruote che girano, né il rumore del cambio, e tanto meno il fumo che non facciamo. Sappiamo che sono i sorpassi a segno che contano. Sorpasseremo...
La mia bici è umana, come me, poiché è la mia vita. Pertanto, imparerò a conoscerla come una sorella. Imparerò i suoi punti deboli, i suoi punti di forza, le sue parti, i suoi accessori, le sue tacche del cambio e la sua corona. La proteggerò anche dalle intemperie e da ciò che potrebbe danneggiarla, come farei con le mie gambe, le mie braccia, gli occhi ed il cuore. Terrò la mia bici pulita ed in ordine. Diverremo una sola cosa. Lo diverremo...
Davanti a voi, giuro su questo credo. Io e la mia bici siamo i difensori delle strade. Siamo i dominatori del traffico. Siamo i salvatori della mia vita...
E così sia, finché la vittoria sia della bicicletta, e non ci siano più motori, ma aria pulita!

Amen.